Come sempre, per conoscere bene un argomento, o un prodotto come il biscotto in questo caso, è bene partire dalle sue origini. Conoscerne la storia, infatti, può senz’altro aiutare a comprendere come il biscotto si sia evoluto dall’antichità ai giorni nostri e come si sia arrivati ad avere le moltissime qualità e tipologie che oggi si trovano sia in Italia, che nel mondo. Le varianti sono moltissime, tanto che per averle tutte a disposizioni servirebbe una bella rivista, magari stampata facilmente online, che sia n grado di raccogliere tutte. Ma partiamo dall’inizio, o almeno da quello che si presume possa esserlo.
E’ opinione diffusa che siano stati gli antichi romani a inventare i biscotti e lo si può intuire dal nome. Crearono il pane bis coctus, ossia cotto due volte e dolce, arricchito di miele e, a volte, con spezie varie, magari recuperate nei viaggi, e anche frutta secca. Era un cibo comodo e pratico, oltre che energetico, molto facile da trasportare e adatto alle esigenze che potevano avere i soldati dell’Impero. Da lì, poi, il prodotto, risultato essere particolarmente apprezzato per diversi motivi – Perché buono, perché energetico, perché pratico – si diffuse nelle abbazie monasteriali, dove i monaci si sbizzarrirono, dal Medioevo in avanti, a creare preparazioni sempre nuove con ingredienti sempre diversi. A influire sulle preparazioni anche le caratteristiche geografiche delle zone in cui venivano realizzati i biscotti, poiché ogni zona offre prodotti differenti. Si pensi, ad esempio, all’Italia e alle varietà di prodotti che offre ogni regione, dal nord al sud del Paese.
La preparazione dei biscotti è avvenuta per secoli in maniera artigianale, mentre per arrivare alla produzione industriale dobbiamo attendere il 1803 quando a Londra, per commemorare la vittoria dell’Ammiraglio Nelson, venne iniziata una produzione massiccia di biscotti. Da lì in avanti, un po’ in tutta Europa, iniziano a nascere i biscottifici.